di don Luca De Muro
Nel sistema educativo salesiano, l’ambiente non è mai neutro. Ogni spazio parla, comunica, educa. Don Bosco lo sapeva bene: il cortile, la scuola, la chiesa… tutto doveva trasmettere cura, bellezza e accoglienza. In questo contesto, ordine e pulizia non sono solo aspetti pratici, ma veri strumenti educativi.
Un ambiente curato educa al rispetto.
Quando un ragazzo entra in un luogo ordinato, pulito, sente che quel posto è importante. E se qualcosa è importante per l’adulto, lo diventa anche per lui. L’ambiente parla prima ancora delle parole: dice “qui sei atteso”, “qui vali”, “questo è un posto per te”.
La pulizia genera responsabilità.
Nei luoghi salesiani, l’ordine non è compito di pochi. È un’educazione collettiva. Coinvolgere i ragazzi nella cura degli ambienti, anche solo per piccoli gesti, li aiuta a sentirsi parte di qualcosa. Si diventa responsabili quando si ha a cuore un luogo, e lo si difende anche quando gli altri non guardano.
Ordine esterno, pace interiore.
Don Bosco diceva: “La nettezza e l’ordine esteriore indicano purità dell’anima”. Non è una frase poetica. C’è un legame profondo tra ciò che ci circonda e ciò che ci abita dentro. Un ambiente caotico può generare confusione. Uno spazio ordinato può aiutare un ragazzo a fare ordine anche nei suoi pensieri.
Una pedagogia che parte dai dettagli.
Spesso si pensa che educare significhi solo parlare, spiegare, correggere. In realtà, l’educazione salesiana parte dai dettagli: un muro pulito, una sedia in ordine, una scritta ben fatta, un cortile senza cartacce. Sono segni silenziosi, ma potenti.
Per questo, negli ambienti salesiani, l’ordine e la pulizia non sono un optional. Sono parte della pedagogia. Perché educare, come ci ha insegnato Don Bosco, è anche saper creare luoghi belli e accoglienti dove ogni ragazzo si senta a casa.